Castelli Romani - Guida Turistica

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.: PARCO NATURALE CASTELLI ROMANI
 I segni del susseguirsi di diverse fasi nell'attività dell'antico vulcano pleistocenico, iniziata attorno a 700.000 anni fa, sono ben evidenti ancor oggi. All'interno di una preesistente cavità circolare o "caldera" di cui restano i rilievi del "recinto esterno" (Tuscolo e Monte Artemisio), si formò un cono vulcanico più piccolo con bocca craterica presso la località Campi di Annibale ed un cinto calderico più interno di cui sono testimonianza il Monte Cavo e il Monte delle Faete. L'attività del Vulcano Laziale fu l'ultima ad esaurirsi in tutta la regione.
  Il fertile suolo vulcanico diede origine, unitamente ad un clima alquanto umido, a grandi foreste di faggio che sino al XVIII secolo coprivano, assieme a boschi misti e cerrete, gran parte del rilievo. Oggi permangono, a testimonianza delle foreste originarie in gran parte sostituite da castagneti, elementi arborei o arbustivi sparsi tra i castagni. Tra essi l'agrifoglio, la dafne laureola, il tiglio, il nocciolo, l'acero campestre, il carpino nero, la vitalba, nonché un popolamento di faggio presso Monte Cavo. Nei versanti meridionali sono presenti specie di clima più caldo e asciutto come la roverella ed il leccio.
 Diffuse le essenze arbustive mediterranee come il viburno, il ligustro, l'alaterno, il corbezzolo, il lauro e l'erica arborea. Il Parco regionale dei Castelli Romani, è stato istituito con Legge regionale n° 2 del 13 gennaio 1984 allo scopo di tutelare l'integrità delle caratteristiche naturali e culturali dei quindici paesi che occupano l'antico Vulcano Laziale e per contribuire inoltre al riequilibrio territoriale ed allo sviluppo socio-economico delle popolazioni interessate. Dopo una prima fase che ha portato l'Ente a strutturarsi con servizi di vigilanza, tutela, didattica ambientale e promozione, con l'avvento della Legge Regionale 29/97 sui Parchi si è certamente ottenuto un ruolo più incisivo sul territorio non solo come forma di tutela ma anche come opportunità lavorative compatibili.
 La funzione principale di un'area protetta è mantenere l'equilibrio ambientale del territorio cercando di aumentarne la biodiversità. Dopo l'istituzione del Parco e conseguente controllo dell'area protetta si sono ottenuti numerosi risultati in campo faunistico con il ritorno di varie specie che si erano allontanate dai Colli Albani. Sono quindi ricomparsi il tasso, la martora, il falco pellegrino, la salamandrina dagli occhiali, l'istrice ed una consistente colonia svernante di pipistrelli. Ma il ritorno più eclatante e gradito nei nostri boschi è stato senza dubbio quello del lupo. Animale da sempre temuto e cacciato in modo massiccio, svolge invece un'importante ruolo nell'ecosistema e non risulta pericoloso per l'uomo.
 I quindici Comuni del Parco, Albano Laziale, Ariccia, Castel Gandolfo, Frascati, Genzano, Grottaferrata, Lanuvio, Lariano, Marino, Monte Compatri, Monte Porzio Catone, Nemi, Rocca di Papa, Rocca Priora e Velletri, nell'ultimo secolo circa hanno avuto un notevole incremento demografico dovuto anche al fenomeno di spopolamento delle città, che ha portato a triplicare circa la presenza umana sul territorio, mantenendo comunque inalterate le proprie caratteristiche ambientali.
  Nei territori dei quindici Comuni del Parco, la presenza del Castagno è dominante e molto consistente. La coltura di questa specie arborea non è finalizzata alla raccolta del frutto, ma al taglio dell'albero al fine di ottenere legname da utilizzare nelle diverse lavorazioni (bosco ceduo). Le piante individuate dal Personale del Corpo Forestale dello Stato vengono tagliate e lavorate, lasciandone alcune con funzioni di matricine per assicurare la riproduzione per seme (rinnovazione gamica). Il territorio appena lavorato ha la forza di riprodurre nuove piante nel breve periodo di 16/20 anni e quindi sarà nuovamente lavorato. Questa tecnica viene utilizzata a rotazione su tutto il territorio e consente quindi di mantenere un equilibrio perfetto tra ambiente ed attività umane.
 Numerosi resti archeologici disseminati sul territorio testimoniano l'importanza dei Castelli Romani. Ville romane, eremi e conventi, castelli e palazzi storici oltre che a ville rinascimentali impreziosiscono questa parte del Lazio che nonostante la vicinanza di Roma è riuscita a ritagliarsi un proprio spazio indipendente grazie al suo patrimonio naturalistico, archeologico, culturale e per la qualità della vita che offre, una sapiente e variegata miscela di opportunità e di potenzialità nella quale è piacevole perdersi .
 Un'intensa e variegata attività come quella svolta dagli operatori del Parco, ha prodotto una serie di opportunità di utilizzo del territorio e di varie strutture realizzate, che consentono a chiunque di poter usufruire in modo corretto e coinvolgente delle iniziative e delle attrezzature che il Parco ha messo a disposizione. L'Ente ha:
  • Quattro aree di sosta in punti strategici del territorio.
  • Una rete sentieristica distribuita su tutto il territorio che consente di percorrere e conoscere i Colli Albani nella loro integrità.
  • Un Sentiero interpretativo sulle rive del lago Albano.
  • Un'area didattico-faunistica con un sentiero autoguidato nel giardino della sede del Parco.
  • Voliere per la fauna irrecuperabile.
  • Stagno didattico.
  • Visite guidate ogni estate.
  • Sentiero delle stelle.
 Il Parco inoltre ha attivato in diversi momenti vari corsi o seminari sul riconoscimento delle specie volatili, sulla raccolta dei funghi, sulla bioarchitettura, ecc., ha installato sul terrazzo della propria sede pannelli solari e fotovoltaici per la produzione di acqua calda e di energia elettrica, ed è in procinto di far partire iniziative di grande respiro come:
  • la fattoria di Parco Educa e Produce
  • una barca elettrica didattica nelle acque del lago Albano
  • la realizzazione di un Centro sosta del Parco in zona Vivaro.